NEWS METEO: PERTURBAZIONI ATLANTICHE SEMPRE IN ALTO MARE.
Pubblicato da francesco altea in meteorologia · 16 Ottobre 2018
La Situazione sul comparto europeo
presenta due minimi chiusi in quota: uno sul mediterraneo occidentale tendente
a traslare dapprima sulle coste algerine e successivamente sul nord della Tunisia;
l’altro tra Germania e Repubblica Ceca
tendente a portarsi verso nord est fino ad entrare in fase con la circolazione
principale giovedì 18 ottobre. Il flusso principale perturbato continua a
scorrere oltre il 50 parallelo , presentando piccole ondulazioni che non
riescono a scendere di latitudine causa la persistenza dell’azione di blocco dell’anticiclone atlantico che di tanto in
tanto permette la discesa delle gocce fredde responsabili delle condizioni a
tratti perturbate sul bacino del mediterraneo centro occidentale. Nei prossimi
2 giorni, la situazione barica sul bacino del mediterraneo non subirà grosse
variazioni e persisteranno condizioni instabili con temporali specie sui
settori meridionali delle due isole
maggiori.
Venerdì 19, l’anticiclone atlantico,
sempre presente in modo ingombrante sul vicino atlantico, tenderà ad espandersi
nuovamente verso est bloccando di fatto le perturbazioni atlantiche che
continueranno a traslare oltre il 50 parallelo nord. Nel contempo le condizioni
meteo sulle due isole maggiori tenderanno ad un temporaneo miglioramento,
mentre sarà perturbato tra la penisola Iberica e il Marocco per l’ennesima
goccia fredda sfuggita alle grinfie dell’anticiclone (vedi la mappa dei geopotenziali a 500 hPa e della pressione
al suolo, emessa dal modello GFS, valida per venerdì 19 ottobre).
Nel medio termine sembrano non esserci
variazioni di rilievo, l’anticiclone atlantico sembra persistere sugli stessi
territori e pertanto difficilmente le perturbazioni atlantiche, che solitamente
determinano una distribuzione più democratica delle piogge, riusciranno a fare
il loro ingresso sul mediterraneo. Le piogge in atto sul meridione italiano
sono infatti i frutti dell’ingresso delle gocce fredde. Le gocce fredde, altro
non sono che nuclei di aria fredda che, staccatasi da una saccatura, tendono ad
avere vita autonoma fintanto che l’energia sarà sufficiente a sostenerle. In
questi casi si parla di depressione in quota mentre al suolo la pressione è
alta. Questo determina spesso accesi contrasti a causa dell'aria fredda
e pesante che si trova al di sopra di quella calda e leggera al suolo. Ciò destabilizza
la colonna d'aria e mette in moto una notevole turbolenza atmosferica con
attive correnti verticali che, specialmente sul finire dell’estate e in autunno
determinano lo sviluppo dell’ attività
convettiva e temporalesca. L'aria fredda presente in quota verrà infatti
rovesciata al suolo proprio dai temporali i quali avranno pertanto il compito
di ristabilire l'equilibrio atmosferico perduto. Le piogge in questo caso si
presenteranno su una fascia ristretta di territorio, ecco il perché non
facciamo altro che parlare e sperare nelle
perturbazioni atlantiche.